venerdì 8 maggio 2015

Il nuovo romanzo di Amos Cartabia - parte 2

Ed eccoci nuovamente a parlare di questo libro che vedrà l'uscita per la prossima estate. Un libro che, sentendo chi in anteprima lo ha già letto, supera ogni aspettativa introducendo il lettore in pensieri lontani nel tempo, dimenticati o appositamente da dimenticare.

Amos, tu parli di un campo di concentramento, di Birkenau, lo hai visitato?

Sì il mio libro è anche una denuncia perché nelle due visite che ho fatto al campo ho trovato che l'abbandono dello stesso sta portando alla distruzione completa di un posto che, secondo il mio avviso, andrebbe tutelato pienamente affinché non ci si possa dimenticare un giorno di ciò che è accaduto. Birkenau è enorme, alla destra abbiamo ancora ciò che rimane delle grandi baracche di legno che, purtroppo a causa delle intemperie invernali e dell'età, stanno cadendo e sgretolandosi. Il lavoro di mantenimento è grande, ma non possiamo permetterci di abbandonare quel luogo che fa parte della nostra storia.

Tu nel libro, di cui ancora non sveliamo il titolo parli di Birkenau ai giorni nostri, visto con gli occhi di una persona qualsiasi e parli del campo sotto il regime nazista, quando fu costruito.

Esatto, ho fatto degli studi, ho trovato documentazioni e piantine di costruzione del campo, mi sembrava logico inserire questi passaggi. La nascita e la costruzione, gli anni ottanta e i giorni nostri. Nel libro ci sono tre passaggi temporali, infatti.


E Fighille e Citerna che ruolo hanno nel libro?

Beh, innanzitutto ho scoperto che la Stazione del Sasso, ai piedi di Citerna, nella frazione Fighille, era adoperata sino ai primi anni cinquanta, dopo di che è stata chiusa. Una di quelle vecchie linee ferroviarie che durante il periodo del fascismo avevano visto la loro prospera esistenza e poi sono decadute con l'avvento di mezzi di trasporto migliori e più veloci, anche perché la manutenzione di quei tratti, tra le montagne dell'Umbria, era comunque costosa. Il romanzo narra tante verità e mischia tanta fantasia; ad esempio vero è che furono rubate parecchie opere d'arte nella zona, dunque io ho inserito un passaggio storico in cui Citerna e Fighille erano il punto di scambio delle merci che poi risalivano verso la Germania.

E nei tempi moderni?

Beh Citerna è un gioiello arroccato su una collina, il primo paesino dell'Umbria se si scende da nord; ha i suoi camminamenti medievali, ha le vasche di purificazione delle acque sempre di periodo medievale, Fighille ha le cave di argilla usate già in epoca romana e... un finesettimana tra le chiese di Citerna potrà aprirvi gli occhi sulle innumerevoli opere d'arte che contengono. Non voglio dirvi nulla di più, perché all'interno di Citerna troverete anche uno dei più piccoli teatri (funzionanti) d'Italia, mi sembra si chiami teatro Bontempelli... grazioso, ben curato e particolare. In più, il Santuario di Petriolo, a Fighille è un qualcosa di spettacolare.... ma tutta la zona di per sé è bella, verde, pulita, con gente fantastica, sempre disponibile...

Nel libro poi parla anche del Castello di Sorci.

Beh sì, quello è un gioiello... e durante la seconda Guerra Mondiale fu postazione tedesca per pochissimi giorni, poi se ne andarono. Ecco io ho utilizzato, ampliandolo, questo spazio temporale


in cui i tedeschi stanziarono nel maniero e, in più, conoscendone ogni angolo nascosto, ogni segreto, ho plasmato quella parte del romanzo affinché la stessa struttura di Sorci contenesse ancora quei segreti che nella zona... tanti ne parlano!

Parla del Fantasma?

Non solo, parlo anche dei cunicoli nascosti, parlo dei ritrovamenti di bossoli di particolari della seconda guerra mondiale, parlo di pozzi segreti...

Ecco, appunto, lei utilizza molto dei luoghi reali per narrare questa storia, come i pozzi o la stazione del Sasso...

Beh, quelli esistono, i pozzi io li ho visti, uno vuoto e l'altro pieno... è stato semplice poi costruirci la storia attorno.

Ma allora non è vero che all'interno di questi pozzi possono esserci ancora tesori?

Beh, vero o non vero, io so che son state trovate tante cose e non solo del periodo fascista o nazista, ma anche risalenti il periodo medievale, addirittura romano. Se pensa che nelle segrete del Castello ci sono ancora delle macchine di tortura originali del 1400 o addirittura  innesti in cotto di epoca romana che servivano per portare acqua calda sino a Città di Castello, se pensa che sono state ritrovate punte di lancia del paleolitico... guardi che il libro non racconta altro che una piccola parte di realtà, come a Fighille la cava di argilla, una delle più usate in periodo romano... e ancor oggi di altissima qualità.

Vogliamo parlare, invece del Piccolo Museo di Fighille?

Beh nel libro si parla anche di questo, ma lascerei alla prossima intervista questa parte...

... continua...

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