Che ridere certi autori, senza umiltà in ciòc he fanno e soprattutto in ciò che dicono. Non è una lamentela la mia, ma solo una considerazione pura e semplice. Ma non hanno letto il libro "Corso didattico base per diventare autori?"
1) se ti sei autopubliccato... non vale nulla... anzi è più probabile che il tuo lavoro sia stato "cassato" dalle case editrici.
2) Se vai da uno pseudo editore a pagamento... non vale nulla, perché anche in questo caso... sei stato preso per far cassa alla tipografia....
3) Se pubblichi con una associazione culturale... vale meno del nulla perché in ambito editoriale le associazioni culturali sono mal viste e poi... come fanno a vendere se potrebbero vendere solo ai soci?
Vabbè facciamo finta che finalmente una casa editrice ha preso in considerazione il tuo libro, dovresti innanzitutto ringraziarla vita natural durante perchè ti permette, anche nel piccolo di farti conoscere al pubblico, porta il tuo libro nelle fiere e nelle rassegne, insomma fa quello che deve fare per vendere e far conoscere il prodotto.
E tu? Piccolo autore scribacchino di un solo o due libri? Ti lamenti, sparli della casa editrice senza conoscerne il lavoro, non paghi le fatture dei libri che hai acquistato perché ti ritieni superiore, vuoi sempre aver ragione... il tuo libro, permettimi, se non va è perché non va e, soprattutto se tu stai antipatico al pubblico... mi spiace ma non lo venderai mai.
Ecco cosa fare:
1) Cercare una casa editrice che per grazia divina ti pubblichi, per cui apprezzare quando la trovi e si trovano solo andando alle fiere e vedendo chi ha distribuzione, chi è registrato, chi è società editoriale, non il resto che non conta una beata bega secca.
2) Umilmente cercare di ascoltare i consigli... e firmare un contratto editoriale.
3) Essere consapevole che Manzoni è già morto da un pezzo e che la tua opera, comunque entra nelle 60.000 all'anno nuove che vengono pubblicate.
4) Promuovere il libro al massimo... no solo criticare
E tanto altro.
Ecco che forse, dopo tutto questo e almeno 10 libri pubblicati e ben piazzati sul mercato con case editrici e no con tipografie... ecco che allora puoi definirti scrittore, ricordandoti sempre che grazie a quel "coglione" che ti ha pubblicato la prima volta... anche tu ti sei fatto conoscere.
PS: "Coglione" da come lo intendi tu, ovvio...
Ciao e buona scrittura.
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