Ripropoponiamo una recente intervista ad Amos Cartabia nell'ambito dell'attività di promozione del suo prossimo romanzo "L'uomo di Citerna" che verrà presentato a Citerna sabato 16 giugno 2012:
"L'uomo di Citerna" è un libro
particolare, come il diario, il testamento di un uomo che cambia radicalmente la
sua vita e decide di vivere al confine della pazzia, nella solitudine. Da dove
nasce questa idea per te, abituato a scrivere gialli e thriller, completamente
diversa?
Nasce completamente da un sogno,
da una visione, da un film come dico io. Nasce improvviso come gli altri
racconti e si sviluppa in un luogo che esiste veramente, appunto Citerna. Ho
pensato di omaggiare cantando quei luoghi, mettendo quei lughi come sfondo ad
una storia nuova, diversa, per alcuni aspetti divertente e per altri
estremamente morbosa. L'uomo di Citerna è una persona qualsiasi che incappa nel
crudele destino che a volte si presenta col "conto da pagare" e si sviluppa in
diversi anni, proprio come un diario scritto dal protagonista... ripercorrendo
l'arrivo in questi luoghi incantati e raccontando la sua vita fatta di
solitudine e di paure. Diciamo che è ciò che può capitare improvvisamente e,
leggendo il romanzo, si riscontreranno le paure quotidiane delle persone, le
sensazioni giornaliere, i dubbi, gli affetti e soprattutto si parlerà molto di
una depressione interna che attanaglia l protagonista.
L'ambientazione, i luoghi, le persone che
L'uomo di Citerna incontra sono reali?
Sì, sono quei luoghi e quelle
persone che in qualche modo hanno lasciato qualcosa di forte dentro di me. Come
dicevo è l'omaggio per quei luoghi che, da cittadino oramai circondato dal nulla
del superfluo, vedo come un qualcosa di paradisiaco, come un qualcosa di
semplice eppur lontano dalla nostra realtà. Sentimenti forti, persone vere,
sincere, affetti consolidati e, soprattutto, luoghi incantati.
Hai avuto un aiuto da parte del Comune?
In che senso?
Nel senso è un libro sponsorizzato?
Assolutamente no! Io credo nella
libertà della scrittura, non credo nelle "marchette" letterarie. Devo essere
libero di raccontare ciò che i miei occhi vedono ed è per questo che non chiedo
e non pretendo nulla. L'aiuto è stato quello dell'essere sensibili a questo
progetto, devo dire che tutta l'amministrazione ha creduto immediatamente in
questo lavoro e non hanno detto e chiesto nulla, hanno lasciato carta bianca
alla mia immaginazione ed alla mia scrittura. Quello che io descrivo, quello che
racconto è frutto delle mie sensazioni. La storia nasce inventata, i luoghi sono
reali e le persone, magari modificandone i nomi e l'arco temporale, sono le
persone che si trovano passeggiando per Citerna, per Fighille e
Pistrino.
Devo ringraziare il Sindaco di
Citerna, l'amministrazione tutta che mi ha dato il materiale per ambientare il
volume, questo sì, ma niente di più.
La storia è mia e deve essere
reale il più possibile.....
Un libro nuovo, dunque... ma
il tuo legame con questa terra si riflette nel racconto?
Beh, io sono molto legato a
questa zona. Innanzitutto col Castello di Sorci, dove la famiglia Barelli per me
è come una seconda famiglia. Poi ho conosciuto persone straordinarie in questi
luoghi e... il bello è trovarsi la sera a casa di qualcuno che non conosci, con
qualcuno che magari ti invita a bere qualcosa e poi, immancabilmente ti ritrovi
a cena. Nel racconto, diciamo, che c'è una parte di me che si lega a questo
territorio, ovviamente, una parte che vorrebbe vedere sempre quella purezza,
quei boschi, quelle piante, quella natura, quei torrenti, quelle perosone...
anche nela vita quotidiana. Purtroppo, però, non è possibile, ma quando riesco
scappo e vado a rifugiarmi in questo angolo di Paradiso.
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